Cascata Cannavina e ponte di Tavolaria: scopriamo la valle del Savuto
Un salto di 15 metri, acqua cristallina e freschissima. Uno spettacolo per gli occhi e per il cuore. Questa volta a regalarci emozioni è la provincia di Cosenza con la cascata di Cannavina. Siamo nella valle del Savuto, dove le bellezze naturali si incontrano con siti storici di straordinaria importanza risalenti agli antichi romani. La cascata è di una bellezza straordinaria, quasi nascosta dalle rocce ma la sua altezza la rende ben visibile dal torrente omonimo. Raggiungerla è veramente facile con un percorso non impegnativo anche per i bambini (no passeggino).
Da Catanzaro abbiamo scelto di percorrere l’autostrada e usciti a Rogliano, aiutati dal navigatore abbiamo proseguito sulla provinciale 242 e raggiunto il luogo (conviene lasciare la macchina qui), abbiamo poi intrapreso la strada a piedi.
La cascata
Il sentiero si snoda attraverso stupende piantagioni di macchia mediterranea, dopo poca strada arriviamo in una radura dove un cartello indica una biforcazione: a sinistra Ponte di Tavolaria, a destra Cascata di Cannavina. Prendendo la via di destra, dopo poche centinaia di metri si raggiunge il torrente Cannavino. In estate il letto del fiume è quasi tutto asciutto, ma noi abbiamo trovato una buona portata d’acqua abbondante e freschissima. Attraversando un ponticello in legno è possibile guadare il torrente nel punto più favorevole, da lì poi si sale su alcune piccole rocce per raggiungere il laghetto formato dalla cascata. Saremmo rimasti davvero tantissimo a guardare l’acqua gettarsi dalle pareti di roccia: uno spettacolo che riesce a creare armonia con lo spazio circostante.
Il ponte
Dopo la cascata siamo tornati indietro per prendere l’altra biforcazione e salire sul ponte di Tavolaria. Il ponte fu costruito al tempo in cui la Calabria fu sotto il dominio spagnolo e risale al 1592. Il nome deriva dal latino Tabula – Ria ovvero pranzo scellerato, e riportata a una leggenda ritrovata in un manoscritto di Fortunato Morelli del 1748:”Re Enotrio scacciato dalla sua terra approdò in Calabria e si trovò a risalire il fiume Savuto, giunto nei pressi del ponte trovò resistenza da parte delle popolazioni del luogo. Per sconfiggerli escogitò uno stratagemma: chiese loro tregua e invitò tutti ad un lauto banchetto, quando si accorse che erano tutti ormai ubriachi e rabboniti li fece uccidere facendoli a pezzi. Fu un terribile massacro ed un perfido inganno una vera e propria “Tavola Ria”, una tavola perversa”. Il ponte è attraversabile a piedi, anche se l’erba è davvero alta.
Per l’intero percorso consigliamo un abbigliamento comodo e soprattutto in estate crema solare e cappellino.