Sulla tracce dei Romani nella valle del Savuto: il ponte di Annibale
Risale al secondo secolo avanti Cristo, è il ponte più antico di Italia e uno dei più antichi in Europa. Siamo in Calabria, nella valle del Savuto, a Scigliano, dove si trova il ponte di Annibale.
E’ stupefacente come questa opera si trovi lì da oltre 2mila anni e come ancora oggi si possa percorrere e ammirarne l’architettura rimasta invariata, secolo dopo secolo, esposta all’usura del tempo e delle intemperie. Trovarlo non è proprio semplice a causa delle poche indicazioni nonostante il sito sia uno tra monumenti recensiti e sotto protezione dell’ Unesco. Lo spettacolo che riserva vale la ricerca e la breve passeggiata per raggiungerlo.
Un po’ di storia, o leggenda?
Il ponte, costruito tra il 131 al 121 a.c. e faceva parte dell’antica Via Popilia, strada romana che collegava Reggio Calabria a Capua, è stato realizzato con archi in tufo calcareo rosso proveniente dalle cave delle colline adiacenti. La volta era costituita da due archi a tutto sesto di blocchi squadrati di tufo secco, posti sfalsati onde evitare solchi di frattura unica in caso di terremoti. Il ponte venne distrutto dagli stessi romani all’epoca della sconfitta di Annibale per arrestare la sua fuga verso le sue navi in mare, ma fu poi ricostruito con lo stesso modello e materiali dai genieri cartaginesi per il transito della sua armata. Accanto al ponte, alle sue estremità, sopravvivono i resti di due garitte, atte a riparare le truppe a protezione del ponte, resti però che non sono mai stati ripristinati.
La chiesa
Oltre ad ammirare la bellezza del ponte, immaginando le truppe romane o semplici cittadini percorrere questa via tanto importante per il commercio e per la politica, si può visitare una vecchia casa colonica sorta sulle fondamenta di caseggiati romani in parte sede della chiesetta di S. Angelo. Secondo un’altra leggenda, il ponte viene denominato anche ponte S. Angelo per la presenza di una chiesa dedicata a questo santo. Si narra che questi abbia sconfitto il diavolo proprio sul ponte e quest’ultimo per rabbia tirando un calcio alla spalla destra del ponte provocò una rottura. Tale lesione non è oggi visibile, poiché risanata durante il restauro avvenuto nel 1961.
Accanto al ponte e alla chiesetta abbiamo trovato anche un’ area pic nic, molto grande ma completamente abbandonata. Il posto è tranquillamente accessibile ai bambini (no passeggino). La Valle del Savuto ci ha regalato splendide soprese: la storia si mescola alla natura, alle leggende e dona a questi posti un’aurea magica alla quale è impossibile resistere. Ci torneremo per fare altre meravigliose scoperte zaino in spalle.